Tumore al seno: tutto quello che devi sapere

Il tumore al seno è la neoplasia più diffusa tra la popolazione adulta di sesso femminile. Anche se, rispetto ai decenni passati, si parla molto di più di questa malattia, esistono ancora diversi interrogativi che affollano la mente di molte donne.

Premettendo sempre l’importanza dei controlli – per fortuna, oggigiorno, prenotare una visita senologica a Roma o in qualsiasi altra città d’Italia è molto semplice grazie all’ampia offerta di studi specializzati, dove lavorano professionisti di ottimo livello – vediamo assieme alcuni dettagli fondamentali sui quali soffermarsi per conoscere davvero la patologia.

Quando un tumore al seno è in fase iniziale

Un tumore al seno può essere definito in fase iniziale quando viene clinicamente classificato allo stadio 0. Ciò vuol dire che si ha a che fare con un carcinoma in situ.

 Quest’ultimo può essere un carcinoma duttale, ossia coinvolgere il tessuto dei dotti galattofori, o un carcinoma lobulare. In tale frangente, a essere interessate sono le ghiandole produttrici di latte.

Quanto ci mette un tumore al seno ad andare in metastasi?

Non esistono tempi definiti quando si parla del percorso che porta un tumore al seno a diventare metastatico.

Può capitare che lo sia già al momento della diagnosi, ma anche che passino diversi anni dal verdetto.

Nel nostro Paese, secondo i dati della Fondazione Veronesi, ogni anno vengono diagnosticati circa 14mila tumori al seno metastatici.

Pur non potendo parlare di guarigione definitiva, si può certamente discutere di controllo della malattia sul lungo termine, il che rappresenta uno dei più importanti risultati che la ricerca scientifica orientata al miglioramento del benessere della donna ha raggiunto negli ultimi decenni.

In alcuni casi, infatti, oltre a tenere a freno la crescita è anche possibile ridurre l’entità delle lesioni già esistenti, con tutti i vantaggi del caso per quanto riguarda le chances di sopravvivenza.

Quante possibilità ci sono di guarire da un tumore al seno?

Esistono due parole che, quando si parla di possibilità di guarigione da un tumore al seno, dovrebbero essere scritte sulla pietra: diagnosi precoce.

A sottolinearlo, non certo per la prima volta, ci hanno pensato, lo scorso anno, i risultati di una ricerca coordinata dagli esperti di diverse realtà scientifico-accademiche, tra cui il Centro di Riferimento Oncologico di Aviano IRCCS.

Studio che ha analizzato i dati relativi a due tumori, ossia quello alla mammella e a colon retto, ha portato a concludere che, quando si parla del primo, la probabilità di guarigione in caso di diagnosi al primo stadio – situazione che riguarda circa la metà dei casi in Italia – è pari al 99%.

Scende al 36 nel momento in cui, evenienza che coinvolge più o meno il 10% delle pazienti a livello nazionale, la neoplasia viene diagnosticata a stadi più avanzati.

Qual è l’età più a rischio per il tumore al seno?

L’età è tra i fattori di rischio non modificabili quando si parla di probabilità di avere a che fare con una diagnosi di tumore al seno. A essere interessate da questa situazione sono soprattutto le donne over 50 e con un’anamnesi familiare caratterizzata da episodi di tumore mammario.

Quanto si può vivere con un tumore al seno?

Se la diagnosi arriva in fase precoce della malattia, il tasso di sopravvivenza a cinque anni delle donne con tumore al seno supera il 90%.

Cosa non mangiare per prevenire il tumore al seno?

L’alimentazione è uno dei fattori di rischio modificabili nell’ambito della prevenzione del tumore al seno. Tra gli alimenti che è consigliabile evitare o ridurre fortemente rientrano le fonti di grassi trans e quelle di zuccheri semplici.

Attenzione alla carne rossa, a quelle lavorate, agli insaccati e all’eccesso d’alcol, in generale associato a un rischio più alto di sviluppare neoplasie.

 

di Carlo Mirandoli

Sono uno scrittore con un blog, il progetto di scrivere un libro e un appetito per tutte le cose creative.

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